Page 11 - Impresa Artigiana CNA Piemonte Nord maggio 2020
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IMPRESA AR TIGIANA STORIE DI AR TIGIANI
Gian Carlo Bodo - GB Car (autoriparatore)- Vercelli
Ho chiuso l’officina il 12 marzo. Anche se avrei avuto la possibilità di
tenere aperto perché il codice Ateco della mia attività fa parte del-
l'elenco di quelle ritenute ‘essenziali’ dal decreto, ma se le persone non
si possono muovere è inutile. In tre settimane mi hanno chiamato solo
due volte chiedendomi la sostituzione di batterie di auto. Ho riaperto lu-
nedì 6 aprile per mezza giornata, visto che cominciava ad avvicirnarsi il
periodo del cambio gomme, ma comunque ho avuto due auto in tut-
to in tre giorni.
Lavorare è molto difficoltoso per tutte le precauzioni per la sicurezza
che devo adottare. Io sono molto ligio e rispetto al massimo tutte le nor-
me per la salvaguardia della salute. Sanifico il pavimento d’ingresso, i
marciapiedi fuori, gli spazi dell’ufficio e ho massima cura per ciascuna
auto che devo trattare, come ad esempio coprire ogni parte che deve
essere toccata.
Ci vuole il doppio del tempo per qualsiasi intervento, anche per un
normale cambio gomme che normalmente richiede meno di mezz’ora. Ho provato ad informarmi per po-
ter fare il servizio di ritiro e consegna a domicilio del mezzo, che in teoria potrei fare. Mi sono attrezzato an-
che con il bancomat mobile, solo che è un rischio muoversi.
Se in passato l’azienda ha fatto una gestione oculata e ha messo qualche soldo da parte, può cavarse-
la in questo periodo. Il problemi si vedranno poi. Il lavoro normale riprenderà non prima di settembre. Se le
auto sono state ferme da febbraio e lo saranno ancora fino a fine maggio, qualche cliente arriverà a giu-
gno, ma sarà tutto spostato di almeno tre mesi. Queste settimane sono una dura prova a livello lavorativo e
personale. Le due parti si intersecano. Non potendo lavorare ho dovuto cambiare ritmi e abitudini e ho per-
so la cognizione del tempo.
Filippo Calcagno - C. & C. snc (costruzioni edili) - Barengo (NO)
Stavo lavorando in un cantiere in Sardegna da alcuni giorni quando
sono arrivate le ordinanze con le varie restrizioni. Eravamo in due con
due furgoni carichi e volevamo tornare a casa. Ed è stata un’odissea.
Porti chiusi, viaggiavano solo i traghetti merci. Una burocrazia infinita,
considerando che non avevamo i mezzi per stampare e produrre i do-
cumenti richiesti, lontani da casa e senza contatti sul luogo.
Alla fine siamo riusciti ad ottenere il nulla osta dalla Regione per rien-
trare con indicato anche il traghetto per Genova che avremmo dovuto
prendere. Solo che poi quel viaggio era stato cancellato. Ci siamo do-
vuti rivolgere alla polizia e infine ci siamo imbarcati su un altro traghetto
che, però, era diretto a Livorno. Da lì, con tutte le restrizioni agli sposta-
menti, ci siamo avventurati verso casa.
Un forte disagio, ma questo per fortuna si è risolto. I disagi, o meglio, i
problemi più grandi saranno più avanti, già da maggio. I conti non tor-
neranno. Ci saranno delle scadenze. Le spese vive ci sono comunque, anche per le settimane che siamo
stati chiusi. Cosa serve agli imprenditori? Prima di tutto che le aziende riaprano e si possa ricominciare a la-
vorare, poi che si rendano conto che non devono esserci anticipi delle tasse da pagare a breve e che è in-
dispensabile dilazionare le scadenze. Non riusciremo a pagare tutto insieme. I 600 euro del bonus di marzo
non cambiano di certo la vita ad un’impresa, noi ci aspettiamo ben altro.
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