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Fatturazione elettronica, la CNA chiede il rinvio dell’obbligo: ‘Pesanti rischi per le pmi’

L’entrata in vigore della fatturazione elettronica obbligatoria per tutte le imprese tra soli nove mesi rischia di arrecare un grave danno al sistema produttivo, in particolare alle imprese di minore dimensione. Per questo, per la CNA, è indispensabile un rinvio.

La CNA evidenzia infatti i pesanti rischi per le piccole imprese con l’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria dal primo gennaio 2019.

La Legge di Stabilità 2018 ha stabilito che da questa data la fatturazione elettronica diventerà obbligatoria per tutte le operazioni IVA, diverse da quelle per cui è possibile emettere scontrino o ricevuta fiscale, attraverso il Sistema di Interscambio (SdI) gestito dall’Agenzia delle Entrate.

Si tratta di un passaggio epocale che coinvolgerà sia gli imprenditori nella fase di emissione della fattura sia i professionisti che forniscono i servizi fiscali e, quindi, anche la CNA.

La CNA non approva la scelta di avviare il sistema senza farlo precedere da un periodo adeguato di sperimentazione e di test rigorosi e controllati, concordati e condivisi con le grandi associazioni di rappresentanza delle imprese. Va scongiurato, prima di tutto, il rischio che si blocchi rendendo impossibile l’arrivo delle fatture a destinazione e il relativo incasso.

La CNA chiede inoltre di eliminare da queste procedure la firma elettronica, riducendo le informazioni necessarie alla compilazione corretta e completa della fattura elettronica. Su richiesta delle imprese, inoltre, lo Sdi (Servizio di interscambio digitale dell’Agenzia delle Entrate) dovrebbe trasmettere le fatture anche agli intermediari e fornire gratuitamente il servizio di archiviazione elettronica delle fatture per tutti i fini fiscali e civilistici.

La CNA chiede infine che, contestualmente all’entrata in vigore della fatturazione elettronica:
1) vengano eliminati split payment, reverse charge e obbligo di comunicazione dei dati delle liquidazioni Iva;
2) sia innalzato il limite da cui scatta l’obbligo di apposizione del visto di conformità per poter compensare i crediti fiscali da 5mila a 50mila euro;
3) siano effettuati i rimborsi Iva entro tre mesi dalla presentazione della dichiarazione annuale;
4) venga ridotta in maniera consistente la ritenuta dell’8% sui bonifici relativi a spese per lavori edili per cui si rende applicabile la detrazione fiscale.

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