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Lavoro, aumento record dell’occupazione nelle piccole imprese nel 2017

Artigiani e piccole imprese hanno fatto in maniera eccellente la loro parte sul fronte del lavoro e dell’occupazione anche nel 2017 e contribuiscono a rendere positive le previsioni sul livello di occupazione in Italia per il 2018.

L’occupazione nelle piccole imprese l’anno scorso è cresciuta del 2,7%. Un risultato che nemmeno la previsione più rosea poteva prospettare. Addirittura superiore al +2,4% del 2016 e al +2,3% del 2015. Portando al +7,7% l’incremento complessivo dal dicembre 2014, alla vigilia dell’entrata in vigore del pacchetto di riforme che hanno profondamente modificato la disciplina del lavoro in Italia.

Sul fronte del lavoro e dell’occupazione nelle piccole imprese il 2018 si prevede ancora positivo. A rilevarlo è l’Osservatorio mercato del lavoro CNA, curato dal Centro studi dell’Associazione, che proprio da dicembre 2014 analizza mensilmente l’andamento dell’occupazione in un campione di circa 20mila imprese associate con quasi 133mila addetti.

Tutto questo conferma che, a dispetto del ricorrente pessimismo, il rischio di una ripresa economica senza occupazione nel nostro Paese sembra scongiurato.

I motivi di questi incoraggianti risultati?

Per la CNA il rafforzamento del quadro macro-economico italiano si è senza dubbio riflesso in un aumento significativo delle assunzioni nelle piccole e medie imprese del settore artigiano. Negli ultimi dodici mesi il numero di contratti attivati nelle piccole imprese è cresciuto del 26,6% rispetto al 2016.

Il tempo indeterminato rappresenta ancora la fetta più importante dell’occupazione nelle piccole imprese (68,5%), seguito da tempo indeterminato (19,7%, marcando un aumento 14,1%), apprendistato (9,1%, +3,3%) e lavoro intermittente (2,6%, +0,1%).

L’andamento a dicembre 2017

A dicembre 2017, confermando una tendenza già fotografata negli anni passati, l’occupazione è però calata. E’ il mese, infatti, nel quale si chiudono molti contratti a termine e, parallelamente alla crescita della flessibilità, quello che registra più cessazioni.

Nel dettaglio, l’ultimo mese dell’anno ha sofferto una contrazione dell’occupazione (-2,4%) risultato del combinato disposto di un aumento delle assunzioni pari all’1,7% e di una crescita delle cessazioni schizzata al +4,1%. Per tipologia contrattuale sono diminuite le assunzioni a tempo indeterminato (-51,5%) e l’apprendistato (-9,4%), aumentati i contratti a tempo determinato (+6%) e intermittenti (+205,2%). Tra le donne le assunzioni hanno segnato un +3,9% mentre tra gli uomini si sono ridotte dell’11%.

Le previsioni per il 2018

Per il 2018, nel complesso, sono moderatamente positive le stime dell’Osservatorio mercato del lavoro CNA. Quest’anno la crescita dei livelli occupazionali nelle piccole imprese dovrebbe proseguire.
Potrebbe inoltre arrestarsi la riduzione dei contratti a tempo indeterminato, stimolata da un quadro macro-economico favorevole, dal disinteresse delle imprese rispetto alla precarietà, dalla scadenza dei contratti triennali
previsti dal Decreto Poletti e dalle misure inserite nella Legge di Bilancio 2018. In particolare, dall’inserimento degli sgravi contributivi per i giovani assunti a tempo indeterminato che potrebbero favorire la ripresa dell’occupazione permanente.

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