Non c’è pace per i gommisti. Le officine continuano a lamentare piazzali pieni di pneumatici usati, a causa delle attese nei ritiri molto lunghe da parte dei Consorzi dedicati.
Lo rileva una indagine realizzata dalla CNA tra circa mille operatori del settore, tra i quali anche un campione di imprese associate a CNA Piemonte Nord, realizzata per fotografare una situazione insostenibile che da molti anni la Confederazione denuncia in tutte le sedi istituzionali.
“A cambio stagionale ultimato – spiega Fabio Sacchi, responsabile di CNA Servizi alla Comunità Piemonte Nord – i piazzali delle officine sono talmente pieni di pneumatici da richiedere con urgenza un intervento straordinario. Il 92% del campione lamenta, infatti, difficoltà e ritardi nella raccolta, con tempi di attesa molto più lunghi del previsto al momento della richiesta dell’intervento. Addirittura, per un’impresa su cinque il ritardo supera i quattro mesi”.
I dati confermano il sostanziale duopolio dei consorzi Ecopneus ed Ecotyre nella raccolta. I due consorzi, punto di riferimento principale dei gommisti, esauriscono rapidamente le quote che devono raccogliere in base all’obbligo legislativo.
Oltre ai ritardi nella raccolta degli pneumatici fuori uso (Pfu), segnalati dal 30% circa delle imprese, dalla indagine emergono notevoli difformità tra le quantità consegnate dalle imprese e le quantità indicate nella documentazione dei raccoglitori.
Considerando che il 70% delle imprese si colloca nei centri urbani o nelle immediate vicinanze, la dimensione del problema, soprattutto sul fronte dei ritardi nella raccolta, crea disagi notevoli all’ambiente e alle imprese, che vedono i propri spazi esaurirsi e rischiano di essere sanzionate per colpe non proprie.
“Il problema è molto rilevante soprattutto per le imprese che effettuano unicamente servizio di riparazione e sostituzione dei pneumatici – prosegue Giancarlo Bodo, presidente di CNA Servizi alla Comunità Piemonte Nord – mentre è meno evidente per gli autoriparatori meccatronici che svolgono anche attività di gommista ma in modo marginale. Nel primo caso abbiamo testimonianze di imprese che ci spiegano come, a fine anno, quando i quantitativi per i Consorzi sono saturi, i tempi di attesa diventano biblici. Anche più di quattro mesi, con enormi problemi di stoccaggio del materiale, quando normalmente non ci vorrebbero più di 15 o 20 giorni da quando si fa la richiesta. La situazione è inammissibile”.
Alla luce di quanto emerso, per CNA l’unica soluzione percorribile per affrontare l’emergenza è che i consorzi di raccolta si facciano carico di tutti i quantitativi di Pfu attualmente a terra. Ovviamente sarà necessario individuare le misure compensative per sostenere i costi di questa operazione e l’adozione di regole chiare e controlli lungo tutta la filiera.