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Le richieste della CNA al nuovo Governo Gentiloni

La CNA, che rappresenta interessi e aspettative di tantissimi artigiani e di piccole imprese, chiede al nuovo Governo di non sprecare mesi preziosi. Le ragioni del lavoro, dell’impresa, degli italiani, non possono essere surgelate. Vanno chiuse al più presto le partite rimaste aperte dalle dimissioni dell’ex presidente Renzi, quelle accantonate durante la lunga vigilia referendaria, addirittura atti amministrativi che attendiamo da alcuni anni a dormire nel cassetto di qualche burocrate. Riforme avviate, provvedimenti annunciati, ma rimasti ai box. Ecco le richieste della CNA.

In cima alla nostra lista di cose da far camminare, c’è sicuramente Casa Italia. E’ un progetto che potrebbe costruire la maggiore opera civile concepita nella storia del Paese. Da un lato per mettere in sicurezza il patrimonio abitativo, con una valenza umana, dall’altra per rilanciare l’edilizia, il settore che ha più sofferto la crisi.

Collegato al rilancio dell’edilizia c’è anche la necessità di emanare i decreti attuativi della riforma del Codice degli appalti, uno strumento capace di imprimere una svolta al settore dei lavori pubblici, che dev’essere messo nelle condizioni di operare.

Altri provvedimenti urgenti riguardano il credito, forse il problema dei problemi per artigiani e piccole imprese.
Attendiamo l’emanazione di due importanti atti amministrativi di competenza del Ministero dello Sviluppo, annunciati da tempo: la riforma del Fondo Centrale di Garanzia e l’intervento straordinario di patrimonializzazione dei Confidi.

Serve un’accelerazione del pacchetto denominato ‘Jobs Act lavoro autonomo’, che riguarda i lavoratori autonomi e i professionisti.

I nostri imprenditori sono ancora alle prese con autentiche assurdità, come il Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti. Dopo le passate vicende, scaduto il precedente, contestato sistema, il Sistri è stato affidato a un’associazione temporanea di imprese. A giugno avevamo chiesto di essere coinvolti nel progetto. Non abbiamo ricevuto risposta. Nel frattempo è stato depositato un ricorso al Tar contro l’aggiudicazione e il Ministero dell’Ambiente ha deciso di non firmare il contratto. Non solo. L’Anticorruzione ha bloccato l’affidamento alla Sogei dell’appalto per il monitoraggio del sistema. Conclusione? Dal primo gennaio gli imprenditori non sapranno a quale santo rivolgersi. Rivolgiamo un appello al nuovo Governo e al Ministro Galletti.

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