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Decreto Dignità, per la CNA deluse le aspettative di artigiani e piccoli imprenditori

Sul Decreto Dignità la CNA esprime un giudizio negativo: con la reintroduzione di clausole rigide sono infatti penalizzate le imprese che stanno creando occupazione. Questo provvedimento delude le aspettative di artigiani e piccoli imprenditori.

“Il primo atto di questo nuovo Governo nell’ambito del Decreto Dignità – afferma Donato Telesca, presidente CNA Piemonte Nord – ha profondamente deluso le aspettative degli artigiani e dei piccoli imprenditori. Il motivo è la reintroduzione nei contratti di lavoro a tempo determinato di alcune forme di irrigidimento che erano state eliminate in provvedimenti precedenti. Siamo molto preoccupati per la reintroduzione dell’obbligo di indicare le causali nei contratti a tempo determinato, una norma che contrasta con la volontà espressa dal Governo di introdurre elementi di forte semplificazione in campo economico.”

“L’eliminazione dell’obbligo della causale – spiega il direttore della CNA Piemonte Nord Elio Medina – aveva ridotto il contenzioso in sede giudiziaria che talvolta sorgeva al termine del rapporto di lavoro. Eliminando le causali, l’occupazione nelle micro e piccole imprese e nell’artigianato è cresciuta del 12,4%, sostenuta anche dalla lieve ripresa economica. La flessibilità ha favorito molte nuove assunzioni, poi stabilizzate dalla gran parte delle nostre imprese. Nel complesso in Italia la quota di contratti a tempo determinato è del 12,1%, in linea con la media di contratti temporanei nell’Unione Europea (12,2%). L’intento di contrastare il lavoro irregolare rischia, così, di trasformarsi in un boomerang e di disincentivare le nuove assunzioni e la stabilizzazione dei rapporti di
lavoro. Esiste il rischio concreto che questo passo indietro abbia le stesse conseguenze negative dell’abolizione dei voucher, che ha prodotto una drastica riduzione della regolarizzazione dei rapporti di lavoro saltuari”.

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