Free cookie consent management tool by TermsFeed Policy Generator

Decreto blocco cessione crediti Superbonus, CNA: “Imprese edili in ginocchio, pronti ad azioni di protesta”

Il decreto che prevede il blocco della cessione dei crediti legati al Superbonus 110% per le ristrutturazioni edili e l’efficientamento energetico, emesso il 16 febbraio 2023 dal Consiglio dei Ministri, mette in ginocchio le imprese del settore costruzioni e tutta la filiera.

CNA lancia l’allarme, chiede al Governo di rivedere la decisione, e annuncia che, senza risposte, ci saranno azioni di protesta.

Serve un riordino del sistema degli incentivi, non il blocco della cessione dei crediti per il superbonus

“Quello che sta avvenendo in questi giorni – commenta Marco Pasquino, direttore CNA Piemonte Nord – è talmente grave che non l’avremmo mai potuto immaginare. I nostri telefonini squillano incessantemente per le chiamate dei titolari di imprese del settore edile e dei settori collegati che ci chiedono come si devono comportare. Questo provvedimento era del tutto inatteso. Al contrario, ci aspettavamo delle risposte per sbloccare le difficoltà legate alla cessione del credito”.

“CNA chiede l’istituzione di un tavolo permanente per trovare soluzioni efficaci e condivise sul riordino del sistema degli incentivi – puntualizza Filippo Calcagno, presidente CNA Costruzioni Piemonte Nord – così da assicurare ancora un volano per la crescita e strumenti adeguati per promuovere la transizione ecologica. La nostra Associazione ha predisposto un documento che ha portato in discussione nell’incontro di lunedì 20 febbraio. In assenza di risposte cercheremo un accordo, insieme alle altre Associazioni datoriali, per organizzare delle azioni di protesta”.

Leggi il documento di CNA per il Governo

CNA ha ribadito che è urgente un decreto per i crediti incagliati

CNA ha partecipato all’incontro di lunedì 20 febbraio a Palazzo Chigi ed anche alla riunione tecnica di martedì 21 febbraio convocata dal Ministero dell’Economia.

In quest’ultima occasione CNA ha sottolineato che la disponibilità annunciata dal Governo il giorno prima di risolvere l’emergenza dei crediti incagliati nei cassetti fiscali delle imprese dovrà tradursi velocemente in un provvedimento urgente.

L’ipotesi di utilizzare gli F24 dovrà impegnare prima di tutto il sistema bancario, il quale dovrà destinare la nuova capienza per acquistare i crediti nei cassetti fiscali delle piccole imprese di ogni importo e per tutte le tipologie di bonus.

Al tavolo CNA ha inoltre chiesto una cabina di monitoraggio presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze sui flussi di crediti, che saranno ceduti ed acquisiti dagli intermediari finanziari, e sui tassi che verranno applicati alle nuove operazioni di acquisto.

Infine per quanto riguarda l’incertezza sui bonus minori generata dall’ultimo decreto del Governo, CNA ha chiesto che l’autodichiarazione del committente sia sufficiente per certificare la data di inizio lavori e poter utilizzare così la cessione del credito.

La testimonianza di due imprenditori del novarese del settore edile

“Fortunatamente non ho crediti incagliati – racconta Giuseppe Gentile, titolare di una impresa di costruzioni con una decina di dipendenti, con sede a Castelletto Ticino – e i nuovi cantieri sono già stati attivati, quindi non rientrano nel blocco. Per il futuro mi sono già organizzato: torno al modello organizzativo che avevo prima dell’entrata in vigore dei bonus, ovvero chiudo con le ristrutturazioni e, nei prossimi anni mi dedicherò solo a costruire e vendere nuovi edifici”.

È più preoccupato Fabrizio Codini, la sua ditta, stesse dimensioni, con sede a Novara, è specializzata in rivestimenti e cappotti.

“Non ho crediti incagliati perché lavoro con un general contractor – racconta – ma il futuro mi spaventa. Se viene meno il meccanismo della cessione del credito prevedo un calo di lavoro del 70%. Grazie ai bonus collegati al pagamento tramite sconto in fattura e cessione del credito siamo riusciti a riqualificare condomini popolari costruiti negli anni ’50 e ’60, che hanno ottenuto, già solo con il cappotto e la sostituzione degli infissi, un risparmio del consumo di gas per riscaldamento del 50%. Risparmiando sulla bolletta i proprietari hanno ammortizzato totalmente la percentuale a loro carico dei costi di esecuzione. Si tratta di persone, operai e pensionati, che in assenza dello sconto in fattura con cessione del credito non avrebbero mai potuto anticipare il costo dei lavori. Grazie alla crescita di fatturato negli anni scorsi ho potuto assumere tre nuovi dipendenti. Adesso chissà. Sto anche investendo risorse per la certificazione SOA”.

Per l’imprenditore “bloccare la cessione del credito e lo sconto in fattura equivale a bloccare bonus e superbonus, che hanno fatto crescere il nostro settore, hanno contribuito a riqualificare il patrimonio immobiliare del nostro Paese e migliorato la qualità dell’aria”.

Condividi

Richiedi informazioni

Leggi altre notizie