Il mondo dell’artigianato e della piccola impresa ha partecipato a pieno titolo alla fase di ripresa economica italiana che si è verificata negli ultimi mesi, dopo la crisi dovuta all’emergenza pandemica.
I ‘piccoli’, artigiani e piccoli imprenditori, hanno avuto un ruolo decisivo anche nella crescita dei livelli dell’occupazione, offrendo molti posti di lavoro, soprattutto a tempo indeterminato.
I dati dell’Osservatorio Lavoro CNA sull’occupazione fra gli artigiani
A confermare la crescita dell’occupazione nell’artigianato e nella piccola impresa sono i dati dell’Osservatorio Lavoro CNA, curato dall’Area studi e ricerche dell’Associazione, che analizza a cadenza mensile le tendenze dell’occupazione tra i ‘piccoli’ fin dal 2014, all’inizio della stagione di riforme che ha profondamente modificato il mercato del lavoro nazionale.
Anche le rilevazioni sull’andamento dell’occupazione nel 2022 si è basato sulle informazioni provenienti da un campione di circa 20mila imprese associate su tutto il territorio, compresa l’area Piemonte Nord (Novara, Vercelli, VCO), che occupano in totale circa 140mila dipendenti.
Nei ‘piccoli’ crescita maggiore dell’occupazione e dei contratti a tempo indeterminato
Nel 2022 l’occupazione tra artigiani e piccole imprese è cresciuta infatti del 2,5%, un dato superiore al 2,4% medio nazionale registrato dall’Istat.
Significativo poi risulta l’incremento dei nuovi contratti a tempo indeterminato, aumentati del 26,4% nell’arco dell’anno, il miglior risultato dal 2018 a questa parte.
“Artigiani e piccole imprese – afferma Marco Pasquino, direttore CNA Piemonte Nord – hanno intercettato la ripresa e puntano sull’occupazione duratura e di qualità”.
L’impatto della ripresa economica sull’occupazione appare evidente anche dall’analisi dei flussi di lavoratori in entrata e in uscita dalle imprese.
“L’anno scorso – conclude Pasquino – è stato registrato un sensibile aumento dell’avvicendamento tra assunzioni e cessazioni, cresciute entrambe a un tasso del 2,9%, il livello più elevato degli ultimi sei anni, a conferma che la ripresa dell’economia ha riattivato il normale avvicendamento delle posizioni lavorative”.