L’Inps ha fornito alcuni chiarimenti sulla corretta applicazione dell’esonero contributivo a favore delle lavoratrici madri.
L’agevolazione spetta dalla data del rientro effettivo al lavoro della lavoratrice, purché avvenga tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2022. Eventuali assenze (ad esempio, ferie, malattia, permessi retribuiti), fruite senza alcuna interruzione rispetto al congedo obbligatorio, determinano lo slittamento in avanti del giorno da cui decorre l’esonero, sempre a condizione che il rientro si verifichi entro il 31 dicembre 2022. In questo caso, precisa ulteriormente l’INPS, sull’imponibile relativo ai giorni di ferie/permessi retribuiti/malattia non deve essere applicato questo tipo di esonero.
Viceversa, in caso di rientro effettivo della lavoratrice al termine del congedo di maternità (anche eventualmente seguito, senza alcuna interruzione, da un periodo di congedo parentale), le eventuali successive ipotesi di fruizione (totale o parziale) dei congedi parentali sono irrilevanti ai fini del decorso dell’anno in cui si ha diritto all’applicazione dell’esonero.
Per quanto riguarda la cumulabilità con l’esonero 0,80%-2%, l’Inps conferma che entrambe le misure trovano applicazione sull’intera contribuzione a carico della lavoratrice.
Relativamente alla cosiddetta ‘portabilità’ dell’esonero in caso di cambio di datore di lavoro successivamente al rientro, l’Inps precisa invece che l’esonero può essere riconosciuto anche da parte del nuovo datore di lavoro solo nel caso di:
– passaggio al nuovo datore di lavoro con continuità del rapporto di lavoro (ad esempio, trasferimento di azienda, cessione di contratto);
– rientro, al termine del congedo di maternità, nel posto di lavoro diverso dal rapporto contrattuale esistente al momento dell’astensione per maternità. In pratica, non deve essere mai avvenuto il rientro della lavoratrice dopo il congedo di maternità presso il precedente datore di lavoro.
Per informazioni, Servizio Paghe CNA Piemonte Nord.
