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Recovery Fund, CNA: “I miliardi dall’Europa per salvare le piccole imprese e il lavoro”

La crisi senza precedenti che stiamo vivendo ha dimostrato la funzione insostituibile delle piccole attività. Sono queste a pagare il prezzo più alto della complessità e iniquità del fisco, della burocrazia soffocante e della concorrenza sleale. Per CNA è fondamentale che i 209 miliardi che arriveranno dall’Europa siano utilizzati per sostenere il nostro tessuto produttivo, che in larga parte è costituito da micro e piccole imprese.

“Il primo passo – spiega il direttore CNA Piemonte Nord Elio Medina – è una politica industriale a misura di piccola impresa. Come ha riconosciuto anche la Commissione Europea, micro e piccole imprese devono essere destinatarie di politiche e interventi specifici per rimuovere le difficoltà di accesso al credito e agli incentivi, per semplificare il mercato degli appalti pubblici. Il Governo sta delineando in questi giorni le linee guida per l’utilizzo dei fondi europei: in termini reali per l’Italia parliamo di risorse pari a 20 miliardi, più risorse del Piano Marshall, varato nel Dopoguerra. Il Paese è a un bivio. Non sfruttare quest’opportunità sarebbe un errore irreparabile”.

Secondo CNA, per far ripartire la crescita, va estirpata la cattiva burocrazia e va riformato il fisco, diventati un grande ostacolo allo sviluppo economico.

“Queste ingenti risorse – aggiunge il presidente CNA Piemonte Nord Donato Telesca – dovranno essere impiegate evitando gli errori del passato sull’utilizzo dei fondi comunitari: dispersione in tanti rivoli e dilatazione dei tempi. Per una vera svolta è necessario selezionare gli obiettivi di investimento sulla base di rigorosi parametri e attivare un attento monitoraggio. Noi della CNA abbiamo presentato al ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli le nostre proposte per far ripartire la crescita che si basano su tre punti: il sostegno alla modernizzazione e alla digitalizzazione delle piccole imprese, la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e privato e l’efficientamento energetico, il sostegno al credito attraverso la costituzione di un Fondo rotativo gestito dai Confidi per erogare finanziamenti fino a 50.000 euro”.

Una richiesta d’intervento immediata che CNA fa al Governo riguarda invece il rifinanziamento del fondo che riconosce ad artigiani e imprese un credito d’imposta del 60% a fronte delle spese sostenute per sanificazione e acquisto di dispositivi di protezione. La dotazione di 200 milioni per il 2020 infatti si è rilevata ampiamente insufficiente alla luce della richiesta dai beneficiari e ha così obbligato l’Agenzia delle Entrate a ripartire le risorse, riducendo ad un misero 9% la misura effettivamente utilizzabile del credito d’imposta. A titolo di esempio, a fronte di una spesa per sanificazione e acquisto dispositivi pari a 30mila euro, si potranno recuperare soltanto 2.800 euro rispetto ai 18mila attesi.

“Una brutta sorpresa – conclude Telesca – per le tante imprese che, nel rispetto dei protocolli di sicurezza approvati d’intesa con il Governo, hanno realizzato investimenti per oltre 1,27 miliardi per mettere in sicurezza lavoratori e ambienti di lavoro. Uno sforzo economico da parte delle imprese che merita altrettanto impegno da parte del Governo nel corrispondere il contributo promesso”.

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