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Progettiamo il rilancio, le proposte di CNA agli Stati Generali dell’Economia

Il rilancio dell’Italia passa attraverso un gigantesco piano di investimenti che dovrà utilizzare al meglio le ingenti risorse comunitarie. Occorre però curare rapidamente i mali cronici che impediscono al Paese di crescere da oltre 20 anni e che l’emergenza provocata dal Covid-19 ha messo in evidenza.

CNA ha presentato un documento al Governo durante l’incontro di martedì 16 giugno a Roma in occasione degli Stati Generali dell’Economia, indicando una serie di proposte per rimettere in moto l’Italia.

Per la CNA la riforma della burocrazia è quella più urgente.

Il presidente nazionale CNA Daniele Vaccarino ha sottolineato che è necessaria la più grande opera di semplificazione ed efficientamento della burocrazia della storia repubblicana. Bisogna rimuovere la ruggine che c’è da troppo tempo anche a causa delle sovrapposizioni di carattere prevalentemente amministrativo che interessano i diversi livelli dello Stato, così da rimettere al centro l’interesse di imprese e cittadini. L’architettura normativa e burocratica non deve continuare a rappresentare un ostacolo all’attività delle imprese.

Altro tema cruciale per la CNA che va affrontato e risolto è quello del fisco.

Pressione fiscale e il rapporto tra fisco e contribuente sono le due questioni da affrontare e risolvere una volta per tutte. Il livello di prelievo sulle piccole attività è eccessivo e iniquo rispetto ad altre categorie di redditi. Il digitale facilita i controlli, ma resta ancora una mole di oneri e adempimenti obsoleti che genera soltanto costi e contenziosi a carico delle imprese.
Bisogna intervenire sul livello del prelievo fiscale sulle piccole attività, che resta elevatissimo e sproporzionato. E’ necessario ridurre la tassazione sulle imprese e renderla uniforme nel rispetto dei principi di equità fiscale e di uguaglianza di capacità contributiva; semplificare gli adempimenti ed eliminare le norme anti-evasione superate dalla fatturazione elettronica; ridurre la fiscalità sui consumi energetici e gli investimenti, che oggi favorisce gli utenti energivori e scoraggia il contenimento dei consumi.

Infine il tema del credito. La carenza di liquidità disponibile per le piccole imprese rappresenta un limite allo sviluppo e alla ordinata gestione finanziaria.

A questo scopo per la CNA servono strumenti dedicati all’erogazione del credito per le piccole e medie imprese e regole che ricreino interesse e convenienza per gli istituti a erogare importi contenuti. Allo stesso tempo, vanno ripatrimonializzati i Confidi e va ampliato il loro ambito di attività, consentendo alle Regioni di riservare loro la funzione di garanti per importi di valore ridotto.

CNA auspica inoltre un intervento urgente a sostegno delle migliaia di imprese italiane vittime della insolvenza della pubblica amministrazione e costrette paradossalmente a chiudere per crediti e non per debiti.

A tal riguardo CNA propone la compensazione diretta ed universale tra debiti e crediti degli imprenditori verso la PA. Allo stesso modo occorre adottare strumenti che consentano di risolvere le problematiche connesse ai ritardi dei pagamenti tra privati, specie nei rapporti tra grandi, medie e piccole imprese, dove il potere contrattuale risulta essere fortemente sproporzionato.

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