Oggi l’Italia, oltre ad essere in testa nell’Unione Europea per la pressione fiscale, mantiene il record negativo anche per la burocrazia fiscale.
“Per pagare le tasse – ha calcolato la CNA – servono 238 ore l’anno, 79 ore in più rispetto alla media dei Paesi Ocse. Ridurre le complessità e il peso degli oneri fiscali è condizione fondamentale per accompagnare lo sviluppo delle imprese. Il sistema fiscale italiano è farraginoso e barocco, una vera e propria giungla: va ripensato anche in funzione del tessuto economico del Paese composto per il 98 per cento da micro e piccole imprese”.
Secondo Rete Imprese Italia, di cui la CNA fa parte, che il 12 marzo ha partecipato all’Audizione conoscitiva sul processo di semplificazione del sistema tributario presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato, la semplificazione del sistema tributario non può limitarsi ad interventi spot, ma deve basarsi su alcuni capisaldi:
1) il riordino in testi unici di tutte le disposizioni fiscali per tipologia di soggetto;
2) la stabilità delle disposizioni che impongono adempimenti fiscali;
3) la non retroattività delle disposizioni tributarie e la ‘costituzionalizzazione’ dello Statuto del contribuente;
4) l’accorpamento dei tributi che fanno riferimento alla medesima base imponibile, come IMU e TASI e IRAP.
Le imprese hanno dimostrato capacità di adattamento alle innovazioni tecnologiche. Lo dimostra anche il passaggio dalla fatturazione cartacea a quella elettronica, sistema che, tra l’altro, permette già un controllo puntuale delle singole posizioni dei contribuenti.
“Tocca al ora Fisco – ha ribadito la CNA – mostrare analogo impegno abrogando o rimodulando una serie di norme che, nel corso degli ultimi anni, hanno creato danni finanziari alle imprese”. Il riferimento è al regime IVA dello split payment e del reverse charge e alla ritenuta applicata sui bonifici che danno diritto a detrazioni d’imposta.
