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La CNA dice sì al ‘lavoro di cittadinanza’. Servono più risorse agli investimenti

La CNA è per il lavoro di cittadinanza. Il ‘reddito di cittadinanza’ difficilmente potrà contribuire al rilancio dell’occupazione in Italia. L’Associazione commenta così la misura introdotta dal Governo per “contrastare la povertà e dare slancio all’economia” che è stata presentata nei giorni scorsi, insieme a ‘Quota 100’, il provvedimento relativo alle pensioni.

La CNA, insieme a tutte le associazione datoriali di categoria italiane riunite in Rete Imprese Italia, è critica sul decreto legge in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni.

Gli incentivi riconosciuti ai datori di lavoro per l’assunzione dei beneficiari del reddito di cittadinanza vengono giudicati di difficile gestione e con una serie di limitazioni che ne scoraggiano l’utilizzo. Secondo CNA va attuata la riforma strutturale dei centri per l’impiego e vanno garantiti efficaci controlli per evitare abusi nella fruizione del beneficio. Va inoltre evitato il rischio di possibili effetti distorsivi sul mercato del lavoro: la crescita dell’occupazione irregolare e della concorrenza sleale nei confronti delle piccole imprese, il disincentivo a creare nuove iniziative imprenditoriali.

CNA ritiene poi necessario un attento monitoraggio degli interventi su ‘Quota 100’, “una misura estremamente onerosa che occorre bilanciare con la necessità di garantire la sostenibilità del sistema pensionistico italiano. Inoltre andrà ad aggiungersi alle misure strutturali e sperimentali degli ultimi anni, alimentando una normativa previdenziale estremamente complessa che rende difficile la programmazione nella gestione delle risorse umane sia per le aziende che per i lavoratori di volta in volta interessati nelle scelte per la propria vita post lavorativa”.

Per la CNA sono invece indispensabili più risorse da destinare agli investimenti, che permetteranno di creare occupazione e rimettere in moto l’economia.

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